TANTA preoccupazione di fronte alla situazione in cui versa Moto Guzzi. Da una parte i lavoratori e la cittadinanza spaventati dal profilarsi di una chiusura, dall’altra l’azienda che dal quartier generale di Pontedera della Piaggio getta acqua sul fuoco sottolineando che «le parole del presidente Roberto Colaninno rappresentano una presa di coscienza di un momento difficile che l’azienda ha voluto far presente ai lavoratori».
NELL’INCONTRO con le parti sociali Colaninno «ha voluto sottolineare che la Guzzi per stare in piedi dovrebbe avere un mercato di circa 12mila moto all’anno contro le 7mila attuali. Non c’è stato nessun annuncio di chiusura, c’è stata semplicemente la condivisione del momento difficile».
Il presidente di Piaggio ha ricordato che «in Guzzi abbiamo investito molto, non ultimi i dodici milioni per gli stabilimenti, sono state presentate tre nuove moto, sono offerti incentivi e si porta avanti una seria campagna promozionale. Nei prossimi mesi vedremo se questo impegno può portare a superare la crisi».
SE L’AZIENDA cerca di tranquillizzare gli animi il clima in fabbrica è assai diverso e i lavoratori sono molto preoccupati. «Per tutti noi - afferma Giuseppe Francioso delle Rsu - è stato uno choc sentire Colaninno parlare di chiusura. Speravamo in notizie positive e invece è andato tutto male. Ancora è da definire tutto, ma sperare che in due o tre mesi, con la crisi in corso, si possa arrivare a un recupero significativo è difficile.
Ci è parso che la decisione sia già stata presa, anche perché ha parlato di una crisi che potrebbe trascinarsi per almeno due anni.
Siamo davvero preoccupati per il futuro, la situazione negli anni è stata difficile ma questo sembra essere il momento peggiore in assoluto». Dura la reazione di Fabrizio Zucchi che afferma: «Alla fine faranno quello che hanno deciso da fare da tempo e che per ora non erano riusciti a fare. Sentirci dire che in tre mesi bisogna recuperare le vendite è assurdo perchè non è una cosa possibile con la crisi in corso».
I NUMERI sono irraggiungibili secondo il rappresentante Rsu che spiega: «Parlano di vendere 12mila moto all’anno ma le loro strategie non hanno funzionato. La responsabilità è della dirigenza, di Colaninno e di chi ha mandato a dirigere la Guzzi. Di questa fabbrica non gli è mai interessato nulla, gli serviva solo per sfruttare il marchio storico». Il destino della Moto Guzzi sembra ormai tracciato per Stucchi che afferma: «Siamo ormai rimasti in 150 e dicono che siamo ancora in troppi. Alla fine fanno quello che volevano fare dall’inizio quindi portare via la produzione come avevano già fatto con la progettazione.
LORO HANNO fallito con strategie sbagliate e noi ne subiremo in pieno le conseguenze perché resteremo senza lavoro. Dei lavoratori non gli è mai importato gran che e così in qualche mese chiuderanno senza farsi troppi problemi».
Ieri dalle 17 si è svolta un’assemlea dei lavoratori in cui i rappresentanti sindacali hanno illustrato la situazione. Tante preoccupazioni e in molti c’è la certezza che le prossime moto con l’Aquila saranno fabbricate a Scorzè dove si trovano gli stabilimenti dell’Aprilia, azienda del gruppo Piaggio, dove sta per scattare una nuova cassa integrazione.
I lavoratori della Moto Guzzi sono molto preoccupati per il loro futuro e quello di decine di famiglie, per questo hanno lanciato una petizione on line alla quale ci chiedono di aderire a questo link: http://www.ipetitions.com/petition/noallachiusuradellamotoguzzi/